Stazione II - Parco del Loto di Lugo - Ceas - Unione della Bassa Romagna

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Stazione II - Parco del Loto di Lugo

 

Il piccolo stagno è quasi interamente occupato dal loto, a cui deve il nome; molto interessanti sono anche alcuni ambienti che si trovano attorno al bacino, come il bosco igrofilo di salice bianco, il canneto e la prateria umida che collega lo stagno al vicino Canale dei Mulini; da segnalare la presenza della testuggine palustre (Emys orbicularis).

Il Parco del loto, attualmente di complessivi mq. 77.252, è ubicato in posizione tranquilla, seppure in ambito strettamente urbano, appena ai margini del centro storico del Comune di Lugo, in direzione Nord-Ovest; lo specchio d'acqua con ampia diffusione di fior di loto e ninfee, ne costituisce la caratteristica e principale attrattiva.
Il terreno, già sfruttato come cava di argilla dall'ex fornace Croari, da cui l'attuale configurazione morfologica con invaso, fu successivamente acquisito dalla famiglia Gallamini che ne valorizzò le potenzialità naturali, anche con impianti vivaistici, fino alla recente cessione al Comune di Lugo.
I piccoli spazi incolti ed abbandonati dall'ultimo proprietario, in quanto marginali ed economicamente non redditizi, si sono spontaneamente ricoperti di vegetazione pioniera, che in circa sei anni ha rinaturalizzato lo spazio con copertura vegetale del bosco ripariale caducifoglia.
Le caratteristiche del boschetto sono quelle delle zone igrofile: boschetto aperto, luminoso, con alberi adulti vigorosi, cespugli di varie dimensioni e plantule di età diverse.
I tempi di ricostruzione vegetale, in genere molto lenti, sono stati qui veloci grazie alla natura del substrato ed alle caratteristiche del microclima. Tale ecosistema può essere considerato l'esempio della possibile evoluzione spontanea del sito.

L'ambiente vegetale ha ricolonizzato e si è riappropriato a suo piacimento dell'area, richiamando così anche gli animali (insetti, anfibi, uccelli) che in questa vegetazione fluvio-lacustre-ripariale trovano il loro habitat naturale.
Nel periodo settembre 1995 - agosto 1996 si è effettuato il rilevamento della vegetazione presente all'interno dell'area del parco, censendo 202 specie e si è prodotto un insolito erbario che risulta consultabile da parte di tutti, nello spazio espositivo ricavato all'interno dell'aula didattica coperta.

Principali specie di uccelli avvistati nel Parco
(Rilevati da LIPU Ravenna - 1997)
Passero, Rondone, Rondine, Storno, Merlo, Cardellino, Usignolo di fiume, Tortora dal collare, Tortora selvatica, Pendolino, Folaga, Germano reale, airone Tarabusino, Gallinella, Beccamoschino, Cuculo, Verzellino, Cannaiola, Capinera, Usignolo, Saltimpalo, Cinciallegra, Cinciarella, Nitticora, Averla, Martin pescatore, Airone cenerino.

Il NELUMBO NUCIFERA o fiore di loto , da cui il nome del Parco, è una pianta idrofita naturalizzata, monofitica, impiantata per la produzione del fiore.
Simbolo di "vita eterna" nei paesi orientali è pure ricercata quale specie officinale. Nel periodo estivo ricopre con un doppio strato di foglie emergenti (peltato-orbicolate) quasi tutta la superficie dell'acqua, compatibilmente con la profondità esistente nel laghetto (non oltre i metri 2,50). Le foglie caratterizzate da eliotropismo e di ampie dimensioni, impediscono l'irraggiamento solare diretto superficiale dell'acqua, favorendone il contenimento dell'evaporazione estiva, abbassandone quindi la temperatura: fenomeno utile alla fauna ittica.
La piena fioritura dei fior di loto, nel periodo luglio - agosto, conferisce allo specchio d'acqua un fantastico, strabiliante aspetto di eccezionalità naturalistica, con un forte potere evocativo che suscita fascinazione e richiama scenari orientali, esotismi e magie.
Due sono attualmente i punti di accesso: uno da Via Canale Inferiore a Destra, in posizione sopraelevata rispetto all'area del parco, l'altro da Via Foro Boario; con l'acquisizione di ulteriori aree di completamento il Parco avrà un ingresso più agevole ed attrezzato da Via Brignani.

La Flora
Tra gli alberi autoctoni presenti (Pioppi, Salici, Farnia) alcuni esemplari di pioppo hanno già raggiunto dimensioni adulte di carattere maestoso. Nelle aree da più tempo inutilizzate si è sviluppato il processo di evoluzione verso una possibile copertura vegetale completa di ricostruzione dalla terra nuda al climax: ne è esempio il boschetto ripariale e i passaggi intermedi prato, pseudomacchia, sub-climax e paraclimax.
Il Pioppo bianco è la specie dominante nel boschetto ripariale, anche se mescolato a Pioppo nero, Pioppo tremulo, a Salici e giovani Platani.

Il sottobosco luminoso, rado e ben stratificato, comprende plantule di specie arboree di varie età, mescolate a cespugli alti di Sambuco. Nei lati declinanti verso il lago vi sono Acero campestre, Agazzino, Biancospino, Corniolo e cannuccia. Sono presenti in tutte le posizioni rilevate rovi, diverse specie di equiseti, Eupatorium cannabinum e Pulicaria disenterica con il Corniolo. Si notano con distribuzione sparsa, mai a gruppi, piante erbacee, come graminacee, leguminose, ortiche, menta e fragola.

Il Bagolaro piantumato in filare evidenzia un paraclimax con una stratificazione cespugliosa fitta, compatta e coprente, composta da Acero campestre, Edera nella parte meno luminosa e da Corniolo, rovi, vite nella parte più soleggiata.

Nella sponda Est del laghetto è individuabile un insediamento di Bambù, specie subspontanea (Phyllostachys nigra). Nella riva N-E sono presenti pianticelle di Farnia germinate dalla disseminazione di un maestoso esemplare adulto piantato a circa 10 metri dal laghetto nella confinante proprietà privata. La Farnia è potenzialmente la specie prevalente nella restante superficie del parco a falda alta, occorre però o disseminarla o inserirla in quanto spontaneamente i frutti stentano ad espandersi alla restante superficie.

La fauna.
Il mancato sfalcio di gran parte della superficie non deve sorprendere negativamente né indurre ad una sensazione di incuria. Il prato naturale è ricco di piante che con la loro fioritura attirano una miriade di insetti e varie specie di farfalle, delicate nell’aspetto e sensibili ai mutamenti ambientali. Con la distruzione di boschi, di prati spontanei, paludi, ecc... anch’esse rischierebbero l’estinzione. Ecco allora che "isole" di natura protetta danno un grande contributo alla loro protezione.
La presenza di alcuni uccelli (es. l’airone Tarabusino nidifica nel parco nella zona del canneto asciutto attorno al lago) sottolinea le ottime caratteristiche attrattive e di stazionamento ambientale, tanto per i caratteri climatici e vegetazionali, quanto per il contenuto livello di inquinamento del sito.

Dall’alto verso il basso si riconoscono: il Pettirosso, dal carattere piuttosto confidente e dal canto melodioso, il notissimo Merlo frequente in giardini, siepi, boschi e anche in città la Cinciarella che si può osservare sui rami degli alberi, sovente a testa in giù, sempre indaffarata alla ricerca del cibo.

Il Pettirosso è molto comune soprattutto in inverno, si rinviene in particolare nelle aree più ricche di cespugli e vegetazione bassa in quanto si alimenta soprattutto sul terreno, nutrendosi di piccoli invertebrati come insetti, lumache, ragni e vermi. E’ una specie solitaria, particolarmente aggressiva nei confronti dei conspecifici: scacciare i propri simili è l'unico modo che ogni esemplare ha per assicurarsi cibo sufficiente per superare i rigori dell'inverno.

I maschi dell'inconfondibile Merlo, dal piumaggio nero lucente e il becco giallo, si distinguono facilmente dalle femmine di colore marrone e con comportamento più schivo.